Il nostro bene o la nostra resa?

Generale

In questi giorni convulsi la domanda che mi risuona sempre di più è proprio questa: vogliono il nostro bene o vogliono la nostra resa? Il nostro cedere qualsiasi nostra dignità per una vita in cui, con un esiguo reddito di cittadinanza, produrre per i ricchi e limitarci a sopravvivere, senza interessi, senza prospettive?

STUDIO LANCET SU IDROSSICLOROCHINA - NOTIZIE FALSATE DAI ...

Osservo le situazioni sempre più assurde che si ripetono, dalla negazione da parte dell’AIFA dell’uso dell’idrossiclorochina a marzo – farmaco che aveva dato e dà tuttora ottimi risultati per la cura del virus attualmente circolante, alla negazione della validità – sempre da parte di AIFA – dello studio sull’uso dell’adenosina sviluppato dal Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria.

(per maggiori informazioni potete leggere qui https://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/coronavirus-reggio-calabria-terapia-che-fa-ben-sperare-00001/)

Osservo le assurde campagne vaccinali promosse da governo, medici, privati e le conseguenti lotte a parole – anche forti – sui social network. Osservo una sorta di meschinità nelle campagne stesse in cui vengono offerti soldi – in altri casi li chiamerei tangenti – ai medici di base che effettueranno un verto numero di vaccinazioni.

Osservo le informazioni contrastanti tra i produttori dei vaccini che garantiscono la copertura del 95% da parte del loro prodotto e laboratori indipendenti che ne deducono su analisi fatte, una copertura tra il 19 e il 29 %.

Osservo come le informazioni arrivino fuorvianti, come si sia fatto credere alla gente che “solo il vaccino ci salverà” quando quello che viene chiamato vaccino è invece un agente patogeno che andrà a modificare il nostro DNA, con la possibilità – dicono gli esperti – anche di morti premature per sviluppo di malattie diverse dovute alle modificazioni che lo stesso andrà a produrre. La casa farmaceutica che per prima è riuscita a vendere il proprio prodotto – a costi anche molto elevati – a governi probabilmente complici di mezzo mondo, ha già sospeso la distribuzione ed è comunque rea di aver usato cavie umane in altri contesti, causando ingenti danni a numerose vite su questo pianeta.

Osservo che nessuno parli di Brandy Vaughan e della sua morte quantomeno sospetta. Una donna che negli ultimi anni aveva denunciato la fallacità dei vaccini e l’intero costrutto finanziario alle spalle delle case farmaceutiche, esistenti non per il benessere dell’essere umano ma per il profitto di pochi.

In questo video Brandy raccontava, in un’intervista a Roma, la sua esperienza con la casa farmaceutica per cui aveva lavorato:

Fondatrice di https://learntherisk.org/, ha sempre sostenuto e raccontato quanto le case farmaceutiche mettano al primo posto il profitto, e non era e non è l’unica a farlo. In molti denunciano questa situazione disumana – intesa come quasi impensabile per buona parte delle persone – portata avanti dalle case farmaceutiche e da medici che ciecamente usano la chimica come cura di tutti i mali.

La mia esperienza personale, seppur visiti il medico davvero di rado, è proprio quella di uscire dallo studio dello stesso sempre con una ricetta per qualche “chimicaglia” da prendere per 5-7-9 giorni. Il punto non è guarire la persona, il punto è mantenerla malata, cosi che torni e torni ancora e ancora ad acquistare nuovi farmaci, nuove droghe. E se da un lato mi viene da mettere in stretta relazione tre figure professionali quali medico – farmacista – pusher come tre elementi/personaggi che spacciano chimicaglie (scatenando l’orrore di qualcuno), dall’altro mi chiedo quanto la capacità di ascolto di sé e delle sensazioni del proprio corpo possa ancora esistere in persone totalmente assuefatte a farmaci.

L’uomo è sopravvissuto per tutto questo tempo perchè ha sfruttato le proprie capacità innate di ascolto delle sensazioni corporee e di autoguarigione. Un sistema immunitario assolutamente in grado di contrastare gli agenti esterni – quando in salute – che diventa assolutamente inefficiente quando alterato costantemente da farmaci.

Il mito della produttività, del dover fare, del non potersi fermare perchè occorre produrre va sostenuto con questo assurdo tentativo di trasformare l’uomo in una macchina, in qualcosa che non ha diritto a sentire il male, il dolore. E che cosi, crede di poter diventare invulnerabile, anche alla morte: come la pillola elimina il dolore, il vaccino cancella la morte.

Provo pena in questa ultima affermazione, pensare che la morte non esiste, sfuggirla quanto più possibile invece di accoglierla, realizzare quanto la morte sia qui tutti i giorni, sia parte integrante della nostra quotidianità.

Il discorso è ampio e lungo, varrà la pena svilupparno nei prossimi post.

Per oggi quello che voglio sottolineare è una domanda: vogliono davvero il nostro bene e la nostra salute o semplicemente vogliono mantenere la loro poltrona e le loro posizioni di privilegio?

Lascio a ognuno la risposta che crede, perché in base a tale risposta uno sceglierà come continuare a vivere – o sopravvivere.